K2 LIQUID SPRAY

BUY K2 LIQUID SPRAY ONLINE. “K2 LIQUID SPRAY” is published by BMF.

Smartphone

独家优惠奖金 100% 高达 1 BTC + 180 免费旋转




Da dove ripartono le squadre che hanno mancato i playoff MLS?

In questo momento i playoff per la MLS Cup 2020 stanno entrando nelle loro battute finali e continuano a regalare partite che sfidano i limiti della nostra capacità di essere sorpresi, ma ci sono un buon numero di squadre in MLS, otto, per la precisione, che non solo hanno terminato la stagione, ma che di fatto si sono già lanciate a capofitto nella stagione 2021, la ventiseiesima nella storia della Major League Soccer. Nella giornata di lunedì è scaduto infatti il termine massimo riservato alle squadre che hanno mancato la post-season per effettuare le loro roster moves, i contratti che desiderano confermare e quelli che non sono intenzionati a mantenere anche l’anno prossimo. Anche se è ancora presto per capire come andranno queste franchigie nella prossima annata, possiamo farci un’idea di come siano andate le loro stagioni, dove loro stesse pensano di aver sbagliato e dove immaginano di poter migliorare. Ed è proprio quello che andremo a fare, partendo dalla…

Tra le quattro squadre ad Est che hanno terminato in anticipo la loro stagione 2020 i Chicago Fire sono probabilmente la franchigia che ha meno da rimproverarsi e che può vedere la stagione appena terminata sotto una luce migliore rispetto alle altre. La qualificazione ai playoff è stata in dubbio fino all’ultima giornata, Robert Beric si è rivelato non solo uno dei migliori acquisti dell’anno ma in generale uno degli attaccanti più completi e letali in MLS. Certo, la squadra ha messo in mostra una discontinuità quasi patologica e in generale un roster che necessita ancora di qualche pezzo per poter garantirsi la lotta ai playoff ogni anno, ma il progetto tecnico sotto la guida del trio svizzero-tedesco Heitz, Pelzer e Wicky è iniziato da appena una stagione, e sarebbe dunque assurdo attendersi una rivoluzione completa dal 2021 dopo che già il 2020 aveva portato con sé una grande quantità di novità. Non dovrebbe sorprendere dunque sapere che l’unica mossa in questo principio di off-season sia l’opzione non esercitata nel contratto di Brandt Bronico, centrocampista centrale venticinquenne da Charlotte pick #47 del SuperDraft 2017. Il resto del roster, al momento composto da ventinove giocatori, è stato confermato, per il momento, e anche se movimenti di vario genere, sia via trade sia sul mercato internazionale sono da attendersi, è logico immaginare che il core su cui è costruita la squadra rimanga se non lo stesso abbastanza simile. I due homegrown Pineda e Mihajlovic si sono guadagnati una qualificazione per il camp di dicembre dello USMNT, Medran non è un DP ma ha giocato come se lo fosse. Beric ha convinto tutti, Gimenez si è guadagnato lo switch con la nazionale del Paraguay, e se il terzo Designated Player, Ignacio Aliseda, ha faticato più del previsto è anche vero che parliamo di un ventenne che dopo non essere entrato nelle prime formazioni titolari della squadra si è ritagliato un posto nell’undici titolare dell’ex allenatore degli Stati Uniti Under 17.

La stagione di Atlanta United è stata un vero e proprio disastro. Interrogato dai media su quali potessero essere i lati positivi della stagione 2020 della franchigia della Georgia, il veterano e portiere titolare Brad Guzan ha risposto con un laconico “nessuno”. Il front office guidato da Darren Eales e Carlos Bocanegra ha tentato la scorsa off-season di rendere la squadra ad immagine e somiglianza del proprio allenatore, Frank De Boer, ma alla fine non ha fatto altro che distruggere la squadra vincitrice della MLS Cup 2018, dando via Julian Gressel, Leandro Gonzalez Pirez e Darlington Nagbe e rimpiazzandoli con giocatori magari anche bravi ma decisamente inadatti tanto al sistema di De Boer, che poi è stato licenziato e come al solito ha trovato il modo di cadere in piedi prendendosi la panchina della nazionae dei Paesi Bassi, quanto a sostituire i giocatori che se ne erano andati. Tra questi l’ex USMNT Castillo, terzino sinistro senza la gamba e i cross precisi del tedesco ora a DC United, l’ex wonderkid messicano Erick Torres, che avrebbe dovuto sostituire il lungodegente Josef Martinez ma che non è mai stato capace di lasciare veramente il segno — entrambi con un’opzione per il prossimo anno che Atlanta ha deciso di non esercitare — e il centrocampista brasiliano Matheus Rossetto, che pur essendo ottimo sul pallone non è un notevole upgrade rispetto a Nagbe sotto questo aspetto e sopratutto è decisamente inferiore rispetto all’ora giocatore di Columbus sotto più o meno tutti gli altri aspetti. Atlanta United è stata semplicemente una brutta squadra, lo scheletro polveroso della squadra veloce, rapida e allegra che dominava la MLS appena due stagioni fa. Il 2021 rappresenterà per forza di cose un’annata di ricostruzione, con la speranza di poter risalire subito alle vette delle prime due stagioni. Ancora non sappiamo chi sarà l’allenatore per la prossima stagione, ma quello che sappiamo è che dovrebbe poter contare di nuovo sul fenomenale Josef Martinez e che avrà piena scelta su tutti gli eventuali Designated Player che dovrebbero unirsi alla squadra, dal momento che Marcelino Moreno, arrivato con quel contratto dopo l’addio direzione penisola araba del Pity Martinez, potrà essere fatto rientrare all’interno del cap via TAM liberando così uno slot per un Designated Player, tutto questo sempre con la possibilità che Ezequiel Barco, che mai ha veramente convinto durante la sua avventura in MLS, possa provare l’avventura in Europa o addirittura provare a rivitalizzare la propria carriera in Argentina, liberando eventualmente un altro slot, sempre che il nuovo allenatore non voglia provare a far rientrare la franchigia dell’investimento fatto ormai due anni fa. Tra i giocatori non riconfermati inoltre spiccano tre nomi, quello di Jeff Larentowicz, unsung hero dell’Atlanta del Tata Martino, il cui contratto in scadenza non è stato rinnovato, e quelli dei due primi homegrown di Atlanta, Andrew Carleton e Lagos Kunga, su cui c’erano grandi attese ma che, a volte per colpe loro a volte per la poca attenzione prestata loro dagli allenatori, non sono riusciti per il momento a mantenere le promesse. Sorprendente sopratutto l’addio di Carleton. Trequartista dalla tecnica al velcro e dalle capacità di passaggio visionarie, Carleton ha avuto molti problemi disciplinari negli ultimi anni, ma è reduce da una buonissima stagione in USL con la maglia di Indianapolis. Evidentemente ad Atlanta nessuno vede più un posto per lui nella squadra del futuro, ma è probabile che qualche franchigia sia disposta a prendere un rischio su un giocatore certamente difficile da comprendere a pieno.

La prossima stagione in quel della capitale rappresenterà la fine di un’era e un momento storico. Dopo la bellezza di ventitré anni divisi tra dodici sul campo e undici sulla panchina Ben Olsen non scenderà sul campo rappresentando DC United. Il tecnico, che pur non avendo mai raccolto risultati eclatanti in panchina ha sempre rappresentato l’anima e la storia di questa franchigia, ha abbandonato la panchina dopo che la qualificazione a questa post-season era risultata compromessa, ma dovrebbe rimanere all’interno della franchigia con un ruolo dirigenziale non necessariamente legato alla gestione tecnica. Con lui se ne vanno sette giocatori — al difensore Chris Odoi-Atsem è stata fatta un’offerta di rinnovo che potrebbe portarlo a rimanere in squadra o comunque a vedere i propri diritti MLS finire nelle mani della franchigia — tra cui fa notizia la presenza di Felipe Martins, centrocampista con un passato al Padova e noto per essere uno dei piedi più duri e a volte scorretti nei contrasti in tutta la MLS, ormai un vero e proprio journeyman all’interno della lega e di Axel Sjoberg, gigante svedese che appena quattro anni fa si riservava un posto nel migliore undici della stagione MLS in posizione di difensore centrale. Cosa aspetta la prossima stagione la franchigia capitolina è difficile a dirsi, e lo sarà fino a che non sarà chiarita la corsa per il posto di capo allenatore. Molti nomi sono stati fatti e sopratutto sono stati intervistati nel corso delle ultime settimane, tra questi quelli di alcuni assistenti molto in vista nella lega, come Chad Ashton, che ha guidato ad interim la squadra dopo l’addio di Olsen, Ezra Hendrickson da Columbus, Gonzalo Pineda da Seattle e Pat Noonan da Philadelphia, l’ex allenatore dei Red Bulls Chris Armas, e poi i due nomi più pesanti, ovvero quello della due volte campione del mondo Jill Ellis, che sembra però non vede necessariamente — e a ragione — nel calcio maschile un passo in avanti rispetto allo USWNT e che quindi è disponibile ad attendere proposte più allettanti, e quello del vice allenatore di Pep Guardiola al Manchester City, nonché ex allenatore alla Masia del Barcellona, Rodolfo Borrell, che nel corso del suo tempo in Catalogna ha avuto modo di aiutare a crescere giocatori come Lionel Messi, Cesc Fabregas e Gerard Piqué. Comunque vada, al momento l’idea sembra quella di ripartire dal core costruito nella scorsa stagione, ma se i vari Gressel e Flores verranno confermati bisognerà solamente attendere la fine del processo d’assunzione.

Nelle prime due stagioni di FC Cincinnati in MLS la franchigia ha terminato per due volte la regular season all’ultima posizione non solo della Eastern Conference ma dell’intera lega. Se la prima volta il roster era stato confermato quasi nella sua interezza con una scelta che sembrava quantomeno sorprendente, quest’anno si sono visti molti cambiamenti, anche se comunque dei diciannove giocatori possibilmente senza un contratto nella prossima stagione tre sono stati confermati e altri cinque — Andrew Gutman, Nick Hagglund, Przemyslaw Tyton, Caleb Stanco e Joseph-Claude Gyau — sono al momento giocatori che la stessa franchigia ha mostrato interesse nel rifirmare: se l’accordo con il Celtic per il terzino statunitense va ancora trovato, gli altri quattro sono stati di recente ufficialmente annunciati come membri del roster anche per la stagione 2021. La gestione olandese di Nijkamp, arrivato nell’agosto 2019 a mettere le pezze sulla disastrosa costruzione del roster per la stagione da expansion team, e del tecnico arrivato in primavera Jaap Stam, entrambi con un passato comune nel PEC Zwolle, al momento, alla prima stagione in cui ha avuto la possibilità di controllare ogni pezzo del roster, non ha dato risultati soddisfacenti. I due Designated Player Jurgen Locadia e Yuya Kubo hanno sorpreso in negativo, offrendo alcune delle prestazioni più negative e sopratutto inconsistenti che si siano mai viste da dei Designated Player in MLS. Un altro degli acquisti decisamente riconducibili alla gestione tecnica, quella del tre volte ajacide Siem De Jong, è forse uno dei nomi principali tra quelli non confermati e a cui non è neanche stato offerto un contratto per la prossima stagione, insieme a Kendall Waston, difensore costaricense che per anni è stato tra i migliori in MLS ma che in Ohio non è stato affiancato ad un partner capace di proteggerne le amnesie e i periodici giri a vuoto che caratterizzano il suo gioco. Da notare anche l’addio di Greg Garza, arrivato a Cincinnati dopo una MLS Cup vinta ad Atlanta e in seguito ad una trade importante che ha visto la franchigia cedere più di quattrocentomila dollari in Allocation Money. Ci vorrà moltissimo lavoro per regalare la prima qualificazione ai playoff in MLS di FC Cincinnati, e al momento sembra che ci vorrà una off-season decisamente affollata per fare in modo di apportare miglioramenti significativi ad un roster che fino ad ora ha sempre deluso.

Il secondo anno di Marc Dos Santos alla guida dei Vancouver Whitecaps è andato certamente meglio del primo, non fosse altro perché, in questo stranissimo anno che è stato il 2020, l’annata delle tre franchigie canadesi è stata più strana delle altre, e tra queste quella dei Whitecaps è stata la più particolare di tutte. Dopo aver affrontato il torneo MLS is back ad Orlando senza molti giocatori titolari che avevano scelto di non affrontare il viaggio per rimanere accanto alle proprie famiglie, non solo Vancouver ha dovuto traslocare nella casa di una delle sue principali rivali, il Providence Park di Portland, ma ha dovuto anche abbandonare le speranze di qualificarsi alla post-season nel momento in cui la MLS ha deciso di utilizzare i punti per partita come metodo per determinare la qualificazione ai playoff: basandosi solo sui punti infatti gli Whitecaps si sarebbero qualificati alla post-season, ma avendo giocato quattro partite in più dei Colorado Rapids, costretti ad un numero di partite limitato dal focolaio nato all’interno della franchigia, hanno visto la loro stagione terminare come primi degli esclusi ad ovest. Sembra quasi che qualunque cosa potesse andare storta in questo 2020 abbia deciso di andare esattamente in quella direzione, ma comunque i Whitecaps hanno dimostrato segnali di vita e una certa ambizione sul mercato, visto il notevole investimento fatto per uno degli attaccanti della nazionale canadese, l’ex Penarol e Puebla Lucas Cavallini, che non ha segnato tantissimo ma ha anche avuto una quantità relativa di occasioni per farlo. In questo senso, con il desiderio di mantenere nella prossima stagione una continuità con i miglioramenti visti nel 2020, si possono leggere le scelte contrattuali della franchigia, che non ha confermato solo uno dei giocatori eleggibili per una team option, il ventunenne homegrown Mukumbilwa, esercitando invece l’opzione per altri giovani che hanno trovato in spazio come il centrocampista Michael Baldisimo, autore di un paio di belle reti quest’anno, lo “Schmeichel del Saskatchewan” Thomas Hasal, che non ha fatto rimpiangere Maxime Crepeau, e l’attaccante Theo Bair, confermando come il lavoro fatto dalla franchigia non abbia solo prodotto un’eccellenza come Alphonso Davies ma abbia anche un livello medio del proprio settore giovanile molto alto.

Ai Los Angeles Galaxy sembra di nuovo arrivato il momento di una rifondazione, l’ennesimo tentativo di ritrovare lo spirito vincente perso in quella domenica dell’autunno 2014 in cui i Galaxy di Landon Donovan e Robbie Keane vinsero la loro ultima MLS Cup della loro storia. Guillermo Barros Schelotto e il suo gemello vice sono stati esonerati, e, se stiamo ad ascoltare le prime voci che sembrano filtrare dalla California il recentemente annunciato ex allenatore di Toronto FC Greg Vanney sembra pronto a ritornare nel luogo in cui ha iniziato la sua carriera da calciatore professionsita per risvegliare il gigante sopito della Major League Soccer. Chicharito Hernandez non solo non è stato in grado di sostituire Zlatan Ibrahimovic, ma non è neanche andato vicino al livello di prestazioni richieste ad un Designated Player, e intanto Cristian Pavon ha terminato il suo prestito dal Boca Juniors e non sembra che ci siano i margini per farlo tornare a Los Angeles, mentre Jonathan Dos Santos è sempre assillato dalle sirene che lo vorrebbero lontano da Hollywood. C’è la sincera possibilità che la prossima stagione i Galaxy possano avere se non tre nuovi DP, almeno due nuove stelle e una terza in cerca di un autore che possa dargli una collocazione vera all’interno del campo. Insomma, si dovrà trovare il modo di ricostruire e probabilmente bisognerà farlo in fretta, perché Los Angeles non sembra il luogo adatto per gestire lunghe e silenziose ricostruzioni. Per quel che riguarda le roster moves in realtà la rivoluzione è molto più moderata di quanto non possa sembrare. I tre giocatori svincolati hanno ricevuto delle offerte per il rinnovo, e nuovi contratti sono stati offerti anche a Klinsmann Junior, Emiliano Insua e Joe Corona. Il roster dei Galaxy, forse approfittando anche della somiglianza delle due divise bianche, sembra quella strana commistione di Zidanes y Pavones che Florentino Perez voleva per il suo primo Real Madrid, con la sottile differenza che in questo caso sembra quasi possano essere i giovani a fare maggiormente la differenza, sopratutto i due dual-national messicano-statunitensi Julian Araujo, terzino destro che ormai ha preso la residenza sulla fascia dei Galaxy, e Efrain Alvarez, piccolo genio classe 2002 che dopo anni di sfraceli tra settore giovanile e seconda squadra dei Galaxy sta incominciando a mostrare la propria magia anche in MLS dopo un primo approccio al calcio dei grandi abbastanza complesso. Non possiamo dire ancora con certezza che sarà Vanney il prossimo allenatore dei Galaxy — altro nome decisamente interessante sembra quello dell’assistente allenatore dei Sounders Gonzalo Pineda — ma quello che è certo è che i Los Angeles Galaxy sembrano destinati ad un altro periodo di ricostruzione nel tentativo di ridare forma a quella storia vincente che ha caratterizzato i primi vent’anni della franchigia californiana.

Una squadra che termina all’ultimo posto nella propria conference solitamente o è attesa a una rivoluzione o è nel mezzo di una ricostruzione frutto di un progetto tecnico rinnovato. La situazione di Houston Dynamo sembra essere un po’ nel mezzo. Laddove Tab Ramos è arrivato con l’obiettivo di costruire una squadra giovane e attrattiva che riesca a sfruttare il proprio settore giovanile in una delle aree più interessate al calcio di tutti gli Stati Uniti e continua sulla sua strada in questo progetto tecnico di ricostruzione, la decisione di rinnovare l’estetica della squadra con un nuovo logo e i numerosi movimenti già in questa primissima fase della off-season, senza contare la cessione del miglior giocatore e Designated Player Alberth Elis direzione Boavista, fanno pensare ad una squadra che presume di poter entrare in una nuova, e magari fortunata, era. Ed effettivamente entrambe le situazioni sembrano vere, entrambe le realtà sembrano in grado di poter resistere pur considerando la teorica natura antitetica delle due affermazioni. Tab Ramos ha il compito di continuare a costruire sui giovani e sul vivaio e in questo senso il progetto sembra andare in quella direzione. Memo Rodriguez, la cosa più vicina ad un dieci classico e puro ci sia nella player pool dello USMNT, è stato confermato dopo la stagione della sua esplosione, e il roster che si appresta ad iniziare la nuova stagione è uno dei più giovani e più locali di tutta la MLS, presenta tredici giocatori dai venticinque anni in giù e sei giocatori provenienti dal settore giovanile dei Dynamo.

Add a comment

Related posts:

The Hair Clip

The telephone beeps and breaks her rest. She tries to discover her telephone which is in my grasp. She tries to take it away yet I hang on tight. She takes a gander at me to check whether I am…

Luxury and Hospitality in a Global Pandemic

The Luxury and Hospitality sectors are in for a hard winter. We have some tips for what you can do right now to ensure you make it through.

I got by with a little help from a friend!

My interview took place in the old Supreme Business Park office in Powai, Mumbai. On arriving, the security guard stopped me and asked me where I was headed, to which I told him that I had an…